Questo Governo giallo-verde, del populismo ne ha fatto il suo vessillo. Predicano un “prima gli italiani”, scopiazzando l’America first tanto caro a The Donald, e “l’interesse dei cittadini”, in ogni salsa, anche quando è impazzita come una maionese uscita male. Siamo il Governo del popolo, così si sono definiti sin dai primi giorni, con l’intento di marcare una contrapposizione con i “poteri forti”, a dir loro agevolati e sostenuti dai precedenti Governi italiani. I poteri forti, considerati come la mano nera, una specie di spectre di 007, qualcosa che guida e decide, senza mai apparire: un’entità indefinita che, spesso, si fa coincidere con le Banche e le Assicurazioni, la finanza, i mercati, come se fossero entità avulse dal mondo; come se fossero “altri” rispetto ai cittadini e al popolo (che è anche risparmiatore).
La rassegna stampa de Il Foglio, riporta una notizia interessante del Financial Times di oggi, 29 novembre 2019:
Le banche italiane fanno incetta di titoli di Stato
Le banche italiane nello scorso mese di ottobre hanno acquistato titoli di Stato dell’Italia per 6,9 miliardi di euro”, citando gli ultimi dati diffusi dalla Banca centrale europea (Bce) ; i nuovi acquisti portano a
54 miliardi il totale dei nuovi titoli del debito italiano acquistato dalle banche della Penisola da quando il mercato si è affossato la prima volta, nello scorso mese di maggio. Gli acquisti di ottobre dunque rappresentano il maggior aumento dello stock di obbligazioni pubbliche italiane detenuto dagli istituti di credito del paese da quando, sei mesi fa, il mercato fu investito da un’ondata di vendite: e questo, secondo il giornale della City di Londra, dimostra quanto sia ancora forte nell’Eurozona il rischio di un “doom loop”; con questo termine gli ambienti finanziari definiscono il pericolo che si inneschi una disastrosa spirale negativa tra gli alti interessi pagati dall’Italia per piazzare sul mercato le proprie obbligazioni ed i bilanci delle banche italiane che sono gonfi appunto di titoli di Stato italiani. Appena la scorsa settimana infatti la Banca d’Italia aveva avvertito che i rendimenti in salita dei titoli pubblici italiani potrebbero minacciare la stabilità degli istituti di credito e delle società di assicurazione della Penisola, proprio a causa della grande quantità di obbligazioni di Stato che essi detengono. L’aumento dell’esposizione degli istituti nazionali alla discesa del valore dei titoli pubblici, nota il “Financial Times”, è poi in stridente contrasto con la continua ondata di vendite da parte degli investitori stranieri, che stanno progressivamente abbandonando questo mercato.
QUI la rassegna stampa de Il Foglio
Qui l’articolo del Financial Times (solo per abbonati)
C’è qualcosa, in tutto questo, che apparentemente stona: il popolo e i cittadini, punti di riferimento del Governo Lega-Cinquestelle, non hanno sottoscritto titoli del debito pubblico italiano ( più in dettaglio qui Il Sole24 Ore ); mentre invece, come abbiamo appena letto, i “poteri forti”, i nemici di questo Governo, hanno fatto incetta di titoli di Stato innescando potenzialmente un rischio “doom loop”.
Cioè: i poteri forti aiutano il Governo e il popolo lo abbandona? A fare una dietrologia spicciola, alla grillina, potremmo costruirci sopra una spy story. Più semplicemente, secondo me, potrebbe significare che ognuno tende a fare i propri interessi: nel caso del popolo e dei cittadini è abbastanza evidente lo scetticismo a investire in titoli di Stato (per l’incertezza generata dalla politica, non per altro); mentre invece i “poteri forti”, conoscitori del mercato e scommettitori di professione, probabilmente danno più fiducia al sistema Paese, ritenuto più forte della sua politica.
E il Governo ringrazia. Anzi, no, invece di ringraziare, continua a demonizzare il “nemico”.